“Si sta attuando una procedura delicatissima ad Anagni, la vendita del sito denominato ex polveriera. Più che altro sarebbe da definire “svendita”, dato il grande patrimonio che quel sito rappresenta per la cittadinanza. In un territorio che ha sulle spalle una disastrosa eredità a livello ambientale, che non a caso fa parte dei Siti d’Interesse Nazionale da bonificare, si potrebbe rischiare di far cadere una bellissima area verde rimasta, nelle mani sbagliate di imprenditori che in quella zona vorrebbero operare uno stoccaggio di rifiuti. Sarebbe il colmo!” – questa la preoccupazione del deputato del M5S Frusone che continua – “Il 18 marzo 2016 il consiglio comunale di Anagni ha deliberato all’unanimità l’autorizzazione alla vendita del compendio immobiliare denominato “ex deposito militare”
dando attuazione all’avviso esplorativo di interesse per l’acquisto dell’area di proprietà comunale ed entro il 29 luglio dovranno arrivare le proposte di eventuali privati interessati alla zona. La preoccupazione degli attivisti del Meetup 5 stelle di Anagni e di molte associazioni della città, è data da un’indicazione troppo generica e poco rassicurante presente nel suddetto bando, che potrebbe aprire la strada proprio ad eventuali società di smaltimento di rifiuti. Bisogna invece difendere i 187 ettari dell’area, perché rappresentano un polmone verde importante e una zona ancora libera dall'avanzata del cemento nella già martoriata Valle del Sacco. Le associazioni hanno diversi progetti per valorizzare l’area e tante idee che si potrebbero realizzare con poco: piste ciclabili e percorsi pedonali didattici, naturalistici e sportivi. Si potrebbero inoltre sollecitare presenze culturali e di ricerca di varia tipologia, universitaria, associazionistica, ecc. Niente di assurdo dunque, basta solo prendere in considerazione modelli di investimenti virtuosi, non particolarmente onerosi ed economicamente remunerativi, attraverso concessioni anche parziali di suolo. Questo deve essere fatto nell’ottica che il pesante carico ambientale della Valle del Sacco, può essere alleggerito solamente attraverso un utilizzo intelligente dell’area.” – “In questa situazione di diffusa preoccupazione, ho ritenuto necessario interrogare il ministro all’ambiente per chiedere innanzitutto quali sono i vincoli del SIN Valle del Sacco a cui il sito e dunque il privato che lo acquisterà, deve sottostare sia durante che dopo la vendita dello stesso e in secondo luogo, se non si ritenga necessario e doveroso monitorare tutto il procedimento di vendita, affinché vengano rispettati i criteri di trasparenza, di corretto utilizzo dell’area e di salvaguardia degli elementi naturali e ambientali esistenti.” – e conclude – “Questo non perché non ci vogliamo fidare delle intenzioni del Sindaco Bassetta, ma dati i trascorsi e le recenti politiche del PD sul territorio della provincia di Frosinone, prevenire è sempre meglio che curare.”
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