si riporta di seguito il contenuto della proposta elaborata dal "Coordinamento provinciale Sanità" al quale aderisce il "Comitato civico Art. 32".
c O O R D I N A M E N T O P R
O V I N C I A L E S A N I T à
|
Proposta di
sviluppo del Polo Oncologico Provinciale
|
Ospedale “Ss.
Trinità” - Sora
|
Sala Consiliare del Comune di
Sora
|
26/10/2014
|
.
|
P
R E S E N T A Z I O N E
Il Coordinamento Provinciale
Sanità, ferme restando le proposte già avanzate nei cd. “11 punti” - fra le
quali la richiesta di un numero di posti letto conforme alla legge ed il
riconoscimento del D.E.A. di 2° livello per l’ospedale “Spaziani” e di D.E.A di
1° livello per gli ospedali di Alatri, Cassino e Sora – presenta la seguente
proposta per il polo oncologico di Sora.
Il riconoscimento di
quanto proposto con il presente documento non deve andare a discapito degli
altri reparti del “Ss. Trinità”. Il nosocomio sorano vanta da sempre una forte
vocazione territoriale, pertanto il riconoscimento del D.E.A. di 1° livello,
con relativa implementazione degli altri reparti esistenti come, a titolo
esemplificativo e non esaustivo:
Cardiologia, Pediatria, Medicina, Ortopedia, Ginecologia ed Ostetricia,
Pediatria, Farmacia Ospedaliera ed il Laboratorio Analisi, resta sempre alla
base delle esigenze provenienti dal territorio, in particolare per tutte quelle
zone del distretto C che solo con tempi molto elevati riuscirebbero a raggiungere
le altre strutture sanitarie provinciali e che ad oggi comunque non sono
sufficienti nemmeno a far fronte alle esigenze dei propri territori. Il Coordinamento rivendica con forza un potenziamento
adeguato, per far fronte alla domanda sanitaria territoriale dei citati reparti,
alcuni dei quali nemmeno citati nella bozza del nuovo atto aziendale (vedasi
Cardiologia e Ortopedia).
I N D I C E
|
|
1.
Introduzione
|
Pag. 4
|
1.1
Scelta regionale di sviluppo specializzato
|
4
|
1.2
Conoscenza specifica del territorio e studi
epidemiologici
|
5
|
2.
Principali patologie trattate nel polo oncologico
provinciale
|
7
|
3.
Fasi di sviluppo
|
8
|
3.1
Stabilizzazione dei rapporti di lavoro
|
8
|
3.2
Implementazione del personale specializzato
|
9
|
4.
Visione strategica di medio-lungo periodo
|
9
|
1.
Introduzione
Il Presidio Ospedaliero di Sora, unico Ospedale attivo
nel Polo C - in seguito alla riconversione dei presidi ospedalieri di Arpino
(completamente dimesso), Isola del Liri sede di ambulatori di sanità
territoriale (in attesa di apertura di un Hospice) - con i propri servizi garantisce
l’offerta sanitaria ad una popolazione di 107.109 persone (*) in un territorio ai confini del Lazio con
l’Abruzzo, il Molise e l’alto Casertano. La sua costruzione risale ai
primi anni ‘70, mentre l’apertura è avvenuta nei primi anni ’90. L’offerta
alberghiera originaria prevista era di circa 600 posti letto, purtroppo mai
attivati completamente. Recentemente è stato oggetto di importanti lavori riguardanti
le sale operatorie e la ristrutturazione per adeguamento alle norme antincendio
(questi ultimi ancora in corso).
Il
comprensorio è composto orograficamente da una vasta zona prevalentemente
montana, specie nei comuni limitrofi alle Regioni Abruzzo e Molise con
difficili comunicazioni viarie e presenza di strade ad alto indice di
pericolosità (zone servite per l’emergenza sanitaria molto spesso dal Servizio
di Elisoccorso). L’Ospedale Aziendale più vicino, lo “Spaziani” di Frosinone
sede di D.E.A. di 1° Livello dista 35 Km .
Il
Presidio Ospedaliero di Sora è sede del POLO
ONCOLOGICO Aziendale dotato di posti letto per il ricovero ordinario,
Day Hospital ed Ambulatori per i trattamenti specifici, U.O.C. di Radioterapia,
U.S. D. di Medicina Nucleare e per la Chirurgia della Mammella a cui afferisce un
bacino di utenza comprendente anche l’Alto Casertano e la zona della bassa
Marsica. Tali attività sono in continuo aumento, con notevole incremento anche
di mobilità attiva in entrata aziendale.
1.1
Scelta regionale di sviluppo specializzato
Nella riunione del 23
giugno 2014, in presenza del Prefetto della Provincia di Frosinone dott.ssa
Emilia Zarrilli, il Presidente della Giunta Regionale e Commissario ad Acta per
la Sanità Nicola Zingaretti confermò ai
sindaci del distretto C presenti che il suo obiettivo era di trasformare il l’Ospedale
di Sora in Polo Oncologico di riferimento Regionale (….se non addirittura
nazionale…) ribadendo che il “Ss. Trinità” sarebbe stato salvaguardato e non
oggetto di alcun depotenziamento.
In realtà, limiti ed i
vincoli imposti dai provvedimenti normativi in vigore hanno orientato le scelte
Aziendali verso la riorganizzazione e la razionalizzazione delle attuali
risorse, ma (come affermato dal Direttore Generale dell’A.S.L. nell’incontro
del 28 maggio 2014 con i sindaci del distretto C ed il Comitato Civico Art. 32
di Sora) tenendo conto dell’alta specialità, e delle eccellenze proprie dei principali
ospedali della provincia.
Nella stesura
dell’Atto Aziendale è necessario che si tenga conto delle osservazioni provenienti
dal territorio attraverso la Conferenza Locale della Sanità, per mezzo della
quale i Sindaci possono trasmettere le proprie valutazioni e propri
suggerimenti al Direttore Generale e alla Giunta Regionale che sono tenuti a
fornire entro trenta giorni risposta motivata (*). Altresì, dovrà tener conto delle osservazioni dei Collegi di
Direzione e Sindacale e della Conferenza dei Sindaci.
La presente proposta ha lo scopo di
valorizzare l’Oncologia di Sora per farle raggiungere un livello di alta
specialità, che in considerazione di alcuni fattori, quali la collocazione
geografica di confine rispetto alla regione, un patrimonio tecnologico di
elevata qualità, ma da incrementare ulteriormente per quantità e qualità,
potrebbe in breve tempo avere una forte capacità di attrazione, con conseguente
diminuzione della mobilità passiva e nel medio-lungo periodo potrebbe far
invertire il fenomeno con tutto vantaggio dell’intera provincia e del Lazio
meridionale.
1.2
Conoscenza specifica del territorio e studi epidemiologici
La
conoscenza del territorio e l’analisi ambientale rivestono un ruolo importante
nelle scelte strategiche di medio-lungo periodo. In particolare, nella
provincia di Frosinone si vive quotidianamente l’emergenza legata alla “Valle
del Sacco”. Basti ricordare che il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
del 19 maggio 2005 e s.m.i., ha
dichiarato lo stato di emergenza socio-economica e sanitaria in numerosissimi
Comuni della Provincia di Frosinone e della
Valle del Sacco come conseguenza della gravissima emergenza ambientale
dovuta all’inquinamento del fiume omonimo, emergenza che tuttora permane. Il
Rapporto Epidemiologico SENTIERI, reso nel 2011 dall’Istituto Superiore di
Sanità del Ministero della Salute, ha confermato l’esistenza della grave
emergenza sanitaria in atto concludendo che nel bacino del Fiume Sacco “si è osservato un eccesso di mortalità per
tutte le cause”. In aderenza alla normativa vigente, è previsto che
laddove sia accertato uno stato di emergenza sanitaria, l’investimento di
risorse del comparto sanitario sul territorio interessato dalla crisi non può
essere ridotto, ma al contrario potenziato ed aumentato, poiché l’unico
principio al quale fare riferimento non è il governo della spesa sanitaria ma
quello, sovraordinato e preminente, della tutela della salute dei cittadini
come garantito dall’art.32 Cost. Oltre alla descritta emergenza, è molto
probabile, a seguito delle indagini condotte dalla magistratura, che ne
sussistano altre nel Lazio meridionale (zona del Cassinate) dovute
all’interramento di rifiuti tossici.
Alle
suddette emergenze, si deve aggiungere che nella Provincia di Frosinone sono
inoltre presenti n. 121 specifici siti ed aree sottoposte a bonifica ex D. Lgs
152/2006 (il cd. Codice
dell’Ambiente) e n. 21 stabilimenti industriali “ad alto rischio di incidente
rilevante” di cui alla Direttiva Seveso, D. Lgs n. 334/1999 s.m.i., con la
conseguente esistenza di piani di emergenza sanitaria la cui attuazione in caso
di incidente è demandata e ricade anche sui presidi sanitari territoriali, fra
i quali gli Ospedali.
A
questi dati di per sé allarmanti se ne aggiungono altri. Purtroppo, uno dei punti emersi dallo studio dei
tumori infantili nella “Valle del Sacco”, valutazione epidemiologica svolta
dalla Regione Lazio - Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione e conclusa il
13 marzo 2012, mai resa pubblica e menzionata solamente nelle relazioni di
bonifica della Valle del Sacco è stato evidenziato un aumento dei Tumori maligni riscontrati
nei bambini ricadenti lungo la Valle del Sacco in particolare nel sistema
linfatico e nell’encefalo. Nei comuni di Paliano, Anagni, Sgurgola, Morolo,
Supino, Ferentino, nella
fascia compresa tra 0 e 14 anni, la percentuale di ospedalizzazione in
più rispetto alla media regionale è del 18% per i maschi (SHR=1.18),
del 26% per le femmine (SHR=1.26). Lo studio indica come
meritoria di approfondimento la situazione nell’area del comune di Anagni, per i maschi dai 0 ai 14 anni con un
281% in più per il tumore all’encefalo (SHR=3.81) e del 174% in più per i
tumori maligni del tessuto linfatico ed ematopoietico (SHR=2.74). Da precisare
che per quanto riguarda i tumori infantili le percentuali si basano su un
numero di casi limitati. Lo studio conclude con: “Il cluster di casi di sesso
maschile riscontrato ad Anagni, anche se di entità limitata e potenzialmente
dovuto a variazioni casuali, merita ulteriori approfondimenti.”. In realtà questi dati, già piuttosto preoccupanti
potrebbero esserlo ancora di più se, per l’analisi specifica, fossero stati
presi come riferimenti di confronto gli Studi AIRTUM sui Tumori
Infantili e degli Adolescenti del 2008 e l’ultimo pubblicato nel 2012
e riferito proprio al periodo 2003-2008, sovrapponibile a quello dello studio
in esame. In questo caso sembrerebbe che, il condizionale è d’obbligo, i tumori
infantili nelle aree in esame siano quasi il doppio di quelli riscontrati nel
Centro Italia, differentemente quindi dalla comparazione regionale. Andando ad
analizzare poi le singole tipologie delle diverse forme che hanno colpito i
bambini del nostro territorio, si avrebbe addirittura oltre il doppio dei
tumori del tessuto linfatico ed ematopoietico, quasi il quadruplo per i tumori
dell’encefalo, arrivando sino a quasi cinque volte per i tumori renali nell’area
dei comuni sopra indicati. Dati, questi, che necessitano di una immediata
verifica ed un ulteriore approfondimento da parte delle istituzioni
specialistiche preposte.
È
ormai pacifico che vi è una stretta relazione tra inquinamento e rischio di sviluppare
tumori. A tal riguardo, si deve constatare che l’inquinamento atmosferico è
certamente un fattore da tenere in considerazione. Infatti, uno studio europeo
che ha coinvolto i ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e
pubblicato su Lancet Oncology realizzato
su oltre 300.000 persone è servito a dimostrare che più alta è la
concentrazione di inquinanti nell’aria e maggiore è il rischio di sviluppare un
tumore al polmone. È inoltre emerso che i centri italiani monitorati hanno la
più alta presenza di inquinanti. Del
campione monitorato hanno sviluppato un cancro al polmone 2.095 individui.
I casi di tumore sono stati poi analizzati in relazione all’esposizione
all’inquinamento atmosferico nelle rispettive zone di residenza. E’ stato misurato
in particolare l’inquinamento dovuto alle polveri sottili tossiche presenti
nell’aria (particolato Pm 10 e Pm 2.5) dovute in gran parte alle emissioni
di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali,
ecc. Proprio il famigerato Pm 10,
quello che a Frosinone supera sistematicamente i limiti consentiti.
Infine,
un approfondimento meritano le patologie che colpiscono la tiroide. Da uno
studio condotto Fondazione IBSA è emerso che la provincia di Frosinone è una
delle zone d’Italia col maggior numero di persone affette da problemi alla
tiroide, “Secondo i dati, il Lazio
(soprattutto Frosinone, ma anche Latina), la Lombardia (con picchi nelle valli
bergamasche) e il Piemonte (in montagna) sono le zone d’Italia dove si registra
il maggior numero di persone con patologie tiroidee. Patologie che, in realtà,
colpiscono ben sei milioni di cittadini del nostro Paese, in primo luogo donne
in età adulta.”.
Una sintesi in
forma grafica della mortalità per i principali gruppi di causa nella ASL di Frosinone
e nei relativi distretti è riportata nella sottostante tabella. In provincia di
Frosinone si registra un tasso di mortalità standardizzata per tutte le cause
più elevato tra i maschi, mentre tra le femmine non ci sono differenze
statisticamente significative. (*)
CAUSA
|
ASL FR
|
DISTR. A
|
DISTR.B
|
DISTR. C
|
DISTR. D
|
|||||
M
|
F
|
M
|
F
|
M
|
F
|
M
|
F
|
M
|
F
|
|
TUTTE LE CAUSE
|
+
|
=
|
+
|
+
|
+
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
TUMORI MALIGNI
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
=
|
STOMACO
|
+
|
+
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
INTESTINO, COLON, RETTO
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
FEGATO E VIE BILIARI
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
TRACHEA, BRONCHI E POLMONI
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
-
|
=
|
-
|
MAMMELLA
|
-
|
=
|
=
|
=
|
=
|
|||||
PROSTATA
|
=
|
=
|
=
|
=
|
+
|
|||||
UTERO
|
+
|
=
|
=
|
=
|
+
|
|||||
OVAIO
|
+
|
=
|
=
|
=
|
+
|
|||||
=
|
-
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
-
|
=
|
=
|
|
DIABETE MELLITO
|
-
|
=
|
=
|
=
|
-
|
=
|
-
|
-
|
-
|
-
|
MALATTIE DEL S. CIRCOLATORIO
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
M. ISCHEMICHE DEL CUORE
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
+
|
+
|
ALTRE MALATTIE DEL CUORE
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
=
|
+
|
+
|
+
|
ICTUS
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
+
|
BPCO
|
=
|
-
|
=
|
=
|
+
|
-
|
=
|
-
|
=
|
=
|
M. DELL’APPARATO DIGERENTE
|
+
|
-
|
+
|
+
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
CIRROSI
|
+
|
+
|
+
|
+
|
=
|
=
|
=
|
+
|
=
|
+
|
TRAUMATISMI ED AVVELENAMENTI
|
+
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
+
|
=
|
INCIDENTI STRADALI
|
+
|
=
|
=
|
=
|
=
|
=
|
+
|
=
|
+
|
=
|
L’ospedale
di “Ss. Trinità”, sede dell’unico polo oncologico provinciale, rappresenta un
punto di riferimento importante, ma non sufficiente per fronteggiare le
descritte criticità territoriali. Pertanto un suo sviluppo appare quanto mai
indispensabile per affrontare le patologie che presumibilmente, in percentuali
sempre maggiori, andranno a colpire la popolazione locale in assenza di
un’appropriata bonifica e di politiche più sensibile alla tutela ambientale.
(*) Fonte:
Dipartimento Epidemiologia e Prevenzione della regione Lazio modificata.
2.
Principali
patologie trattate nel polo oncologico provinciale
Gli indicatori dello stato di salute
mostrano che nel Lazio i tumori rappresentano la prima causa di morte tra i
maschi con una percentuale del 35,9 %, mentre nelle femmine sono la seconda
causa di morte con una percentuale pari al 26,7%. Complessivamente nella
provincia ogni anno si attendono circa 2500 nuovi casi di tumore.
Nel 2011 i ricoveri per tumori nella
provincia di Frosinone sono stati 2660 per i maschi con più di 15 anni e 2674
per le femmine con più di 15 anni. Le patologie preminenti, come nel resto del
Paese sono i tumori della mammella e del colonretto con circa 350 nuovi casi
per patologia, il cancro del polmone con circa 300 nuovi casi e il tumore della tiroide con
circa 200.
Inoltre, è necessario porre l’accento
sul dato relativo ai tumori maligni per la fascia di età compresa tra i 0 ed i
14 anni, in tale casistica per le femmine è stato osservato in provincia una
tasso di ospedalizzazione più elevato del tasso regionale. (*)
E’ ovvio che se in questa Provincia si
vuole migliorare l’offerta sanitaria per quanto
riguarda
i pazienti oncologici bisogna innanzitutto migliorare l’offerta chirurgica
quindi fondamentale per il PO di Sora deputato all’oncologia si dovrebbe
richiedere:
· un chirurgo
esperto in chirurgia oncologica addominale ( attualmente meno di un terzo dei
pazienti con questa patologia vengono operati nella provincia)
· Potenziare
l’endoscopia digestiva (ormai quasi inesistente )
· Potenziare la
radiologia interventistica
Per migliorare il trattamento del tumore
della mammella e poter istituire una “ Breast Unit” organismo interdisciplinare
in grado di curare le donne affette da questa patologia è indispensabile:
· un chirurgo
plastico almeno part time (o in consulenza) per coadiuvare il chirurgo dedicato
al trattamento del cancro mammario in tutte quelle situazioni in cui l’aspetto ricostruttivo
è indispensabile;
· sarebbe
auspicabile una struttura di Anatomia Patologica orientata all’oncologia con
sede a Sora ( Possibilmente almeno una Unità Operativa Semplice );
riprendere a pieno regime lo screening
mammografico peraltro considerato un LEA
e quindi imprescindibile;
· un servizio di
psico-oncologia strutturato parte integrante delle BreastUnit ( attualmente
garantito dall’ Associazione IRIS ) e dedicato al sostegno psicologico
dei pazienti neoplastici e dei loro familiari;
· una cardiologia
sufficientemente articolata e dotata di personale da poter predisporre un
ambulatorio dedicato alla cardio-oncologia attività molto importante in considerazione dell’incremento
di sopravvivenza dei pazienti oncologici e delle sempre più frequenti cardiotossicità
acute e tardive dei trattamenti
Per potenziare la presa in carico dei
pazienti con tumore della tiroide è indispensabile un chirurgo esperto della
materia con un servizio di endocrinologia e dotare la medicina nucleare degli
strumenti e dei locali per eseguire i trattamenti di radioterapia metabolica.
Per quanto riguarda il miglioramento
della diagnostica del tumore del polmone sarebbe auspicabile un servizio di
pneumologia. Ciò ridurrebbe i disagi
relativi al trasporto dei pazienti in altri ospedali ( Cassino ) e
migliorerebbe l’integrazione fra le diverse figure professionali che si devono
occupare di questi pazienti
Per tutte le altre patologie, sarebbe
opportuno:
Ø potenziare la
Radioterapia ( attualmente i Radioterapisti sono solo 3 compreso il Primario e
ancor più grave in organico c’è un solo fisico ). Questo servizio è
indispensabile per la cura della maggior parte dei pazienti neoplastici e le
lunghe liste di attesa influenzano negativamente la sopravvivenza e la qualità
di vita di un gran numero di persone;
Ø dotare
l’Ospedale di una farmacia deputata ai farmaci oncologici dotata di UFA per la preparazione dei farmaci
antiblastici che possa servire come centro unico per tutta l’Azienda.
E’auspicabile
alla luce della complessità del lavoro da svolgere in questo settore poter
continuare a usufruire del lavoro di una UOC di Farmacia con Direttore in sede,
il cui ruolo e compito diventerebbe strategico per l’intera azienda
provinciale.
(*)
Fonte: Appendice 1 al D.C.A. n. U00247, del 25 luglio 2014.
3.
Fasi
di sviluppo
Le fasi di sviluppo
dovranno tenere conto, oltre che delle disponibilità finanziarie, soprattutto dei
significativi dati epidemiologici sopra esposti, al fine di garantire delle
solide basi per un’espansione del polo oncologico che, nel medio-lungo termine,
possa offrire delle prestazioni di elevata qualità tali da permettere la cura
delle malattie in loco, senza costringere molte persone ai cd. viaggi della
speranza.
3.1
Stabilizzazione dei rapporti di lavoro
Attualmente il problema
principale riguarda sia il numero del personale che la tipologia dei contratti
di lavoro, che in un considerevole numero di casi sono contratti a termine e
atipici. La stabilizzazione di queste figure professionali (medici e tecnici) permetterebbe
di garantire una migliore continuità del servizio erogato evitando che un
paziente venga seguito in un determinato arco temporale da equipe diverse. A
tal proposito, vi è da considerare che alcuni servizi vengono erogati grazie alla presenza
dell’Onlus IRIS, in particolare: assistenza psicologica, assistenza
socio-amministrativa e riabilitazione motoria dolce.
3.2
Implementazione di personale specializzato
La costruzione di
solide basi per un Polo Oncologico adeguato necessita dell’implementazione di
tutte le figure professionali individuate
per il buon funzionamento di UO deputate a erogare una medicina di qualità che
la popolazione necessita alla luce delle moderne e inderogabili indicazioni di
Evidence based Medicine.
4.
Visione strategica
In
un’ottica di medio-lungo termine, lo sviluppo del polo oncologico – che non potrà prescindere da uno stretto legame
con il Distretto Sanitario Territoriale - dovrà consentire il trattamento di un
numero sempre crescente di patologie neoplastiche. A tale scopo l’attivazione
del “Registro dei Tumori” con analisi statistico sanitaria delle patologie di
maggior frequenza sul territorio ed il loro studio consentirà lo sviluppo di
progetti specifici in rapporto all’analisi ambientale del territorio stesso.
Ulteriore strumento di analisi potrebbe essere rappresentato dall’esame delle
cause di accesso e di trattamento nei presidi ospedalieri provinciali e da studi
epidemiologici mirati delle cause di decesso (quest’ultimo necessario per avere
una visione storico/statistico dell’incidenza dei tumori nella provincia di
Frosinone).
Nessun commento:
Posta un commento