COMUNICATO STAMPA
Egregio signor Vicesindaco,
la
legge regionale del 22 dicembre 1998, n. 38, che disciplina il P.U.C.G. fra le
finalità ex art. 2 richiama lo “sviluppo sostenibile”, inteso come quello che
soddisfa i bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle
generazioni future di fruire delle risorse del territorio – comprese quelle
storiche e culturali – coniugando la qualificazione dei sistemi insediativi con
la preservazione dei caratteri del territorio. La norma stabilisce, altresì,
che la pianificazione territoriale ed urbanistica deve garantire:
a) la salvaguardia e la valorizzazione
delle qualità ambientali, culturali e sociali del territorio;
b) la prevenzione e la riduzione dei
rischi connessi al territorio e delle sue risorse;
c) la riqualificazione degli insediamenti storici, il recupero del
patrimonio edilizio, culturale, infrastrutturale, insediativo, ambientale, ed
il miglioramento degli insediamenti esistenti e del territorio non urbanizzato;
d) la riqualificazione degli
insediamenti periferici e delle aree di particolare degrado al fine di
eliminare le situazioni di svantaggio territoriale. Inoltre, l’art. 29 della
legge regionale recita espressamente al comma 4 che “Le norme strutturali del P.U.C.G. determinano gli indirizzi …… secondo
il criterio del massimo recupero e
riuso del territorio urbanizzato e delle altre aree esistenti, al fine
di determinare il minimo ricorso
all’urbanizzazione ed all’edificazione di nuove zone ed aree”.
Da un
primo esame del Piano presentato in data 2 dicembre 2013, e pubblicato sul sito
del comune, emergono numerose incongruenze, fra queste:
1)
Al fine di reperire i cd. “standard locali” vengono destinati
a verde attrezzato e sportivo, alcuni lotti liberi ricadenti nelle fasce
fluviali del P.S.A.I. (Piano Stralcio Assetto Idrogeologico), che risultano a rischio allagamento, infatti
ricadono nella fascia “B – area di esondazione della piena di riferimento” del
P.T.P.G. (Piano Territoriale Provinciale Generale);
2)
Carnello, nonostante la presenza di vari palazzi storici del
‘700 ed ‘800 non è stata fatta rientrare tra gli “insediamenti storici
puntuali” di cui all’art. 60, della citata legge regionale (sarà consentito
demolire, mentre negli insediamenti storici non è consentito). Inoltre,
l’introduzione del “Piano di intervento Carnello”, che rappresenta una novità
rispetto al precedente piano regolatore, va ad incidere su un’area che per una
parte era adibita a verde pubblico e per
l’altra risultava zona agricola pregiata;
3)
La zona a nord di Sora compresa tra via Marsicana e la linea
ferroviaria risulta tra quelle che nella precedente normativa venivano chiamate
zone di espansione. In merito si deve far notare che la zona è ricca di
risorgive (come risulta anche dalla tavola 3P) ed è molto vicina alla
confluenza tra il Liri e il Lacerno, quindi soggetta anch’essa al rischio idrogeologico;
4)
La zone di Tombe, ricca di reperti e archeologici, è segnata
anch’essa come zona di espansione;
5)
Si prevede la
“liberalizzazione” delle destinazioni d’uso (si riporta il testo della
trascrizione del Consiglio Comunale del 10.12.2013: “…..dove non è espressamente vietata è consentita.”) con il
rischio di rendere caotico quanto viene pianificato;
6)
Così come strutturato il Piano prevede un notevole consumo
di suolo, per nuovi edifici, che mal si concilia con il fatto che il numero
degli abitanti è di fatto rimasto stabile negli ultimi 20 anni. Le nuove costruzioni sono sovrastimate rispetto alla
popolazione effettiva anche in previsione del recupero del centro storico e
degli edifici esistenti. (In sostanza, ma per chi si costruisce?)
7)
Rispetto al precedente piano è stata introdotta la zona
viola – “Aree produttive e servizi alla produzione” in via Villa Carrara che si
aggiunge, con eccessivo consumo di
suolo, a quanto già previsto - con
funzioni assimilabili – dalla Provincia con il piano A.S.I. (Area Sviluppo Industriale).
8)
Il Piano manca di una visione strategica sullo sviluppo
territoriale nel complesso, tenendo anche conto del fatto che Sora è il
principale comune di un’estesa area urbanizzata.
Tutte queste
valutazioni, fanno sorgere il presente interrogativo: come si conciliano i rilievi sopra esposti con i principi richiamati
dall’attuale normativa?
Ad esempio, per il
punto 3) forse sarebbe più opportuno rivedere in toto quanto stabilito nel
preliminare del nuovo piano e per il punto 4) ridurre le zone di espansione.
Inoltre, si deve considerare che il legislatore nazionale e quello regionale
sono orientati ad approvare delle norme cd. di “Territorio Zero”, per ridurre
al minimo essenziale o evitare il consumo di suolo, norme che potrebbero
entrare in vigore nei prossimi mesi.
Per
quanto concerne, invece, la previsione della riduzione della superficie dei
lotti minimi edificabili all’interno delle diverse zone del piano, si può anche
essere d’accordo, purché:
a)
le costruzioni siano rispettose delle più recenti leggi in
materia di risparmio energetico e vi sia una visone strategica di lungo
periodo, nonché un necessario coordinamento del P.U.C.G. sia con un piano di
mobilità sostenibile che con il P.A.E.S. (Piano d’Azione per l’Energia
Sostenibile). Quest’ultimo piano (p. 45) indica in maniera chiara e precisa: i
punti di forza, le opportunità, i punti di debolezza (fra i quali: rischio
sismico, rischio frane), e le minacce (es. perdita della biodiversità a causa
dell’impatto antropico). Richiama, altresì, tra i settori fondamentali per la
sua realizzazione proprio la pianificazione territoriale (p. 75) e suggerisce
l’istituzione di una zona a traffico limitato nel centro storico e la
promozione dell’uso della bicicletta anche mediante la realizzazione di piste
ciclabili e bike sharing (p.86) e con tempi di realizzazione previsti nel
periodo 2014-2016 (p. 112), mentre il P.U.C.G. del 2 dicembre u.s. nulla
prevede in merito;
b)
si abbassi
l’indice di edificabilità, in particolare nell’area arancione della cd.
“città in via di consolidamento”, per i seguenti motivi: disordine urbanistico
con conseguente difficoltà nel realizzare nuova viabilità; la mancanza di
necessità di realizzare nuove cubature per l’incombenza del pericolo
idrogeologico e sismico (che aumenta nelle piane alluvionali come quella in cui
si vuole edificare).
Un
altro appunto riguarda la partecipazione al procedimento amministrativo,
prevista dalla normativa regionale anche per le associazioni. Come è noto, la
regione con nota n. 49165/09 ha formulato una serie di precisazioni, che non
hanno permesso al piano allora presentato di completare l’iter previsto,
pertanto si chiede se non era il caso di far partecipare nuovamente le
associazioni - che in passato hanno dato il loro contributo con proposte ed
osservazioni - all’attuale procedimento per la realizzazione del P.U.C.G.
preliminare.
Infine, un ultima
annotazione, si fa presente che ai sensi della vigente normativa in materia di
V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica), l’art. 3 sexies, del D.Lgs n. 4 del
2008, relativo al “Diritto di accesso alle informazioni ambientali e di
partecipazione a scopo collaborativo”, sancisce il diritto di accedere alle
informazioni relative allo stato dell’ambiente e del paesaggio nel territorio
nazionale. Pertanto, si chiede, che almeno in sede di V.A.S. vengano convocate
le varie associazioni ambientali locali, come previsto dalla legge, garantendogli
tempi di studio adeguati, e nell’ambito di tale procedura si tenga conto delle
precedenti proposte presentate nel procedimento del “vecchio” P.U.C.G. dall’associazione “Verde Liri”.
Alle Direzioni Regionali
che leggono per conoscenza, si prega di voler estendere la presente lettera ai
propri assessori.
Con l’occasione si
porgono cordiali saluti.
Sora, 3 febbraio
2014
Tavolo Ambiente
Tavolo Mobilità
Tavolo Ambiente
Tavolo Mobilità
Il Portavoce
MoVimento 5 Stelle
di Sora
Fabrizio Pintori
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