mercoledì 2 dicembre 2015

La politica si assuma le proprie responsabilità in merito alla Sanità.

C o m u n i c a t o    s t a m p a

La legge n. 161/2014, diventata attuativa a fine novembre, ha inciso in modo significativo sull’orario di lavoro e la durata dei riposi dei medici e del personale sanitario. In particolare, la norma stabilisce minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale. La norma serve a tutelare i lavoratori, ma anche a garantire che le persone bisognose di assistenza medica siano curate da personale che non abbia svolto pesanti carichi di lavoro e che potrebbe non seguirli al meglio.
È un fatto noto che il problema della carenza di organico del personale dell’A.S.L. di Frosinone, colpisce, di fatto, tutte le figure professionali: medici, infermieri, tecnici e ausiliari.
I nodi vengono al pettine!


Scelte discutibili come le Case della Salute.
Investimenti, altrettanto discutibili, come la Casa del Parto (circa 1 milione di euro)  due sole nascite da quando è stata inaugurata ed ora si parla già di chiusura, senza dimenticare le  REMS (molto dispendiose e per pochissimi pazienti).
Le risorse economiche in provincia arrivano: oltre 800 milioni!
La politica, o meglio i politici, che finora hanno amministrato, devono prendersi le loro responsabilità. Per anni è stato detto che non era possibile fare assunzioni senza la necessaria deroga, salvo scoprire recentemente che è possibile fare assunzioni a tempo determinato. Ebbene la politica deve manifestare la volontà di risolvere i problemi, non servono soluzioni improvvisate, bensì un serio piano di rilancio con assunzione di nuovo personale.
Con il milione di euro speso per la Casa del Parto di Alatri (ove funzionava l’ostetricia) quanti medici ed infermieri potevano essere assunti per i presidi ospedalieri provinciali?
Invece di compiere scelte ponderate per garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, si è assistiti a  tagli che hanno sempre favorito una sanità romano-centrica a discapito di tutte le province. Inoltre, non sono mai state combattute con misure adeguate la mobilità passiva e gli sprechi.
La nuova legge precisa che le regioni dovranno garantire i servizi “attraverso una più efficiente allocazione delle risorse umane disponibili sulla base della legislazione vigente”, prevedendo “appositi processi di riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture e dei servizi dei propri enti sanitari”. Se questo dovesse comportare accorpamenti o chiusure di reparti presso l’ospedale “Ss. Trinità” o negli altri P.O. provinciali, la Giunta Zingaretti ed i suoi esponenti locali dovranno ammettere le loro responsabilità e dovranno spiegare ai malati, ai loro familiari e a tutta la cittadinanza perché la sanità non è adeguata alle loro necessità.

La nuova normativa non venga usata come scusa!
In campagna elettorale, Zingaretti ed il PD fecero tante promesse, ad esempio l’abolizione delle macroaree (che probabilmente verranno rimpiazzate da aree ancora più vaste). L’unica cosa certa sono stati i tagli e le promesse non mantenute. A proposito di promesse, qualcuno si ricorda quella del potenziamento del Polo Oncologico con l’arrivo del Dott. Grassi?

Le responsabilità, comunque risalgono nel tempo, infatti anche le precedenti Giunte regionali non sono esenti da colpe per le decisioni adottate nella sanità.

L’Atto Aziendale, avallato dal voto favorevole dei Sindaci, non dirige la provincia verso l’autonomia sanitaria che è lontana dai 3,7 posti letto ogni mille abitanti ed ora, con la nuova legge, come sarà possibile garantire i Livelli Essenziali di Assistenza?
La politica dovrà decidere se tutelare il diritto alla salute oppure no. Le somme ottenute dai tagli e dai risparmi degli oltre 800 milioni di bilancio devono restare in provincia per essere investite in personale ed apparecchiature, invece di farle tornare a Roma. Altre risorse finanziarie da destinare all’assunzione del personale si potrebbero ricavare eliminando gli sprechi ed abolendo i premi destinati ai dirigenti per il raggiungimento degli obiettivi, quali l’apertura di nuove strutture come le Case della Salute e quelle del Parto. Un ulteriore misura dovrebbe riguardare le tabelle organiche da rivedere - in concerto con le rappresentanze sindacali - dando minor peso al settore amministrativo in favore di quello sanitario, al fine di ottenere una migliore distribuzione dei dipendenti e valorizzarne al meglio la professionalità, evitando che vi sia personale sanitario capace assegnato ad uffici amministrativi, quando potrebbe contribuire ad aumentare quantità e qualità delle prestazioni mediche.
All’inizio dell’anno Sora ha perso gli ambulatori del Distretto e l’emergenza sanità, purtroppo, non è mai terminata. Le 23 assunzioni a livello locale, di cui 8 da destinare al “Ss. Trinità”, nonostante promesse, rassicurazioni e tavoli tecnici, sembrano lontane dal giungere, non si hanno notizie in merito alla pubblicazione del bando sul B.U.R.L..
Nel frattempo, nel più totale silenzio delle istituzioni e delle forze politiche locali, il futuro del “Ss. Trinità” è sempre più in bilico. Il Servizio Trasfusionale sembra che sia stato sospeso per 15 giorni, poi si vedrà. Ora il rischio più imminente sembra riguardare il Reparto di Ortopedia.  Nonostante ciò, nessuno della classe politica sorana sembra preoccuparsi delle sorti dell’ospedale neppure in vista dell’appuntamento elettorale che si svolgerà tra pochi mesi.

            Con l’occasione si porgono cordiali saluti.

Sora, 2 dicembre 2015

Il Portavoce del Meetup

Fabrizio Pintori

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