C o m u n i c a t o s t a m p a
La legge
n. 161/2014, diventata attuativa a fine novembre, ha inciso in modo
significativo sull’orario di lavoro e la durata dei riposi dei medici e del
personale sanitario. In particolare, la norma stabilisce minimo 11 ore
consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale,
compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di
riposo annuale. La norma serve a tutelare i lavoratori, ma anche a garantire
che le persone bisognose di assistenza medica siano curate da personale che non
abbia svolto pesanti carichi di lavoro e che potrebbe non seguirli al meglio.
È
un fatto noto che il problema della carenza di organico del personale
dell’A.S.L. di Frosinone, colpisce, di fatto, tutte le figure professionali:
medici, infermieri, tecnici e ausiliari.
I
nodi vengono al pettine!
Scelte
discutibili come le Case della Salute.
Investimenti,
altrettanto discutibili, come la Casa del Parto (circa 1 milione di euro) due sole nascite da quando è stata inaugurata
ed ora si parla già di chiusura, senza dimenticare le REMS (molto dispendiose e per pochissimi
pazienti).
Le
risorse economiche in provincia arrivano: oltre 800 milioni!
La
politica, o meglio i politici, che finora hanno amministrato, devono prendersi
le loro responsabilità. Per anni è stato detto che non era possibile fare
assunzioni senza la necessaria deroga, salvo scoprire recentemente che è
possibile fare assunzioni a tempo determinato. Ebbene la politica deve manifestare
la volontà di risolvere i problemi, non servono soluzioni improvvisate, bensì
un serio piano di rilancio con assunzione di nuovo personale.
Con
il milione di euro speso per la Casa del Parto di Alatri (ove funzionava
l’ostetricia) quanti medici ed infermieri potevano essere assunti per i presidi
ospedalieri provinciali?
Invece
di compiere scelte ponderate per garantire il rispetto dei Livelli Essenziali
di Assistenza, si è assistiti a tagli
che hanno sempre favorito una sanità romano-centrica a discapito di tutte le
province. Inoltre, non sono mai state combattute con misure adeguate la
mobilità passiva e gli sprechi.
La
nuova legge precisa che le regioni dovranno garantire i servizi “attraverso una più efficiente allocazione
delle risorse umane disponibili sulla base della legislazione vigente”,
prevedendo “appositi processi di
riorganizzazione e razionalizzazione delle strutture e dei servizi dei propri
enti sanitari”. Se questo dovesse comportare accorpamenti o chiusure di
reparti presso l’ospedale “Ss. Trinità” o negli altri P.O. provinciali, la Giunta
Zingaretti ed i suoi esponenti locali dovranno ammettere le loro responsabilità
e dovranno spiegare ai malati, ai loro familiari e a tutta la cittadinanza
perché la sanità non è adeguata alle loro necessità.
La nuova
normativa non venga usata come scusa!
In
campagna elettorale, Zingaretti ed il PD fecero tante promesse, ad esempio
l’abolizione delle macroaree (che probabilmente verranno rimpiazzate da aree
ancora più vaste). L’unica cosa certa sono stati i tagli e le promesse non
mantenute. A proposito di promesse, qualcuno si ricorda quella del
potenziamento del Polo Oncologico con l’arrivo del Dott. Grassi?
Le
responsabilità, comunque risalgono nel tempo, infatti anche le precedenti
Giunte regionali non sono esenti da colpe per le decisioni adottate nella
sanità.
L’Atto
Aziendale, avallato dal voto favorevole dei Sindaci, non dirige la provincia
verso l’autonomia sanitaria che è lontana dai 3,7 posti letto ogni mille
abitanti ed ora, con la nuova legge, come sarà possibile garantire i Livelli
Essenziali di Assistenza?
La
politica dovrà decidere se tutelare il diritto alla salute oppure no. Le somme ottenute
dai tagli e dai risparmi degli oltre 800 milioni di bilancio devono restare in
provincia per essere investite in personale ed apparecchiature, invece di farle
tornare a Roma. Altre risorse finanziarie da destinare all’assunzione del
personale si potrebbero ricavare eliminando gli sprechi ed abolendo i premi destinati
ai dirigenti per il raggiungimento degli obiettivi, quali l’apertura di nuove
strutture come le Case della Salute e quelle del Parto. Un ulteriore misura
dovrebbe riguardare le tabelle organiche da rivedere - in concerto con le
rappresentanze sindacali - dando minor peso al settore amministrativo in favore
di quello sanitario, al fine di ottenere una migliore distribuzione dei
dipendenti e valorizzarne al meglio la professionalità, evitando che vi sia
personale sanitario capace assegnato ad uffici amministrativi, quando potrebbe
contribuire ad aumentare quantità e qualità delle prestazioni mediche.
All’inizio
dell’anno Sora ha perso gli ambulatori del Distretto e l’emergenza sanità,
purtroppo, non è mai terminata. Le 23 assunzioni a livello locale, di cui 8 da
destinare al “Ss. Trinità”, nonostante promesse, rassicurazioni e tavoli
tecnici, sembrano lontane dal giungere, non si hanno notizie in merito alla
pubblicazione del bando sul B.U.R.L..
Nel
frattempo, nel più totale silenzio delle istituzioni e delle forze politiche
locali, il futuro del “Ss. Trinità” è sempre più in bilico. Il Servizio
Trasfusionale sembra che sia stato sospeso per 15 giorni, poi si vedrà. Ora il
rischio più imminente sembra riguardare il Reparto di Ortopedia. Nonostante ciò, nessuno della classe politica
sorana sembra preoccuparsi delle sorti dell’ospedale neppure in vista dell’appuntamento
elettorale che si svolgerà tra pochi mesi.
Con l’occasione
si porgono cordiali saluti.
Sora, 2 dicembre 2015
Il Portavoce del Meetup
Fabrizio Pintori
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