COMUNICATO STAMPA
L’ospedale
di “Ss. Trinità” resta al centro delle iniziative degli attivisti del MoVimento
5 Stelle di Sora che, in questi ultimi mesi, insieme al “Comitato Territoriale
per la Difesa dell’ospedale di Sora”, hanno dato vita al comitato apolitico
“Comitato Civico art. 32” al fine di coinvolgere il maggior numero di persone
possibile, ma anche per evidenziare che il diritto alla salute non ha un colore
politico.
Il “Ss.
Trinità”, come dimostrato dai numeri, è il più efficiente della provincia
nonostante la carenza del personale e dopo aver subito anni di depotenziamento.
La sua efficienza è dovuta ai sacrifici di tutto il personale che vi lavora, ma
rischia di essere persa a causa
delle emergenze che nell’ultimo periodo hanno
riguardato i reparti di Pediatria-nido ed ortopedia - i cui problemi si sono
ulteriormente aggravati - sono state affrontate con soluzioni d’emergenza, ma
che non sembrano assolutamente idonee nel lungo periodo. Finora è stato dato
maggior peso alle regole ragionieristiche di interpretazione delle voci di
bilancio a discapito della qualità del servizio erogato, e ciò al solo fine di
rispettare il non condivisibile “piano di rientro”.
Per questi
motivi, oltre a far presentare un’interrogazione urgente ai propri consiglieriregionali, in merito alla situazione del
personale sanitario dell’ospedale di Sora, con l’istituzione del “Comitato
Civico art. 32”, gli attivisti si sono prodigati nella raccolta di firme con
vari gazebo e distribuendo in molti esercizi commerciali i moduli per la
sottoscrizione, riscontrando un’adesione superiore alle più rosee aspettative.
Inoltre, al fine di tutelare il diritto alla salute delle circa 150.000 persone
del comprensorio dell’ospedale, è allo studio la richiesta di un’interrogazione
parlamentare. Verranno percorse tutte le strade possibili per salvaguardare il
nosocomio, compreso, se necessario, rivolgersi alla Corte europea dei diritti
dell’uomo di Strasburgo.
La
salvaguardia del “Ss. Trinità”, non può essere svolta a discapito degli altri
nosocomi provinciali: chiudere un reparto per accorparlo e trasferire il
personale in un altro ospedale, non risolve nessun problema, perché l’ospedale
“rinforzato” dai nuovi arrivi sarebbe gravato da un ulteriore carico di lavoro
rappresentato dal nuovo bacino d’utenza.
È la
sanità provinciale ad essere in crisi, pertanto la soluzione deve passare
attraverso due fasi:
1)
riorganizzazione della sanità a livello territoriale;
2) sblocco
delle assunzioni e del turn-over.
In merito
al primo aspetto, premesso che l’abolizione delle macro-aree sarebbe quanto mai
opportuna, si deve constatare che, per via del decreto Balduzzi, il D.E.A. di
2° livello sembra oramai prendere la direzione di Latina e questo nonostante la
provincia di Frosinone abbia una popolazione ed un numero di comuni superiore a
quella di Latina. Tuttavia è quanto meno lecito reclamare almeno tre D.E.A. (Dipartimento
d’Emergenza e Accettazione) di 1 livello: Frosinone, Sora e Cassino. Solo così
la domanda di sanità potrà essere coperta in modo efficace ed efficiente, sia
dal punto di vista geografico che della popolazione residente. Nello specifico,
vi è da sottolineare che l’ospedale di Sora è la più grande struttura sanitaria
presente nell’intera provincia, basterebbero pochi lavori di adeguamento per
trasformarlo da subito in D.E.A. di 1° livello, lo spazio c’è, non è necessario
costruire ex-novo altre strutture e stanziare grandi somme. Inoltre, il
nosocomio è una struttura di confine che serve zone dalle quali è difficile raggiungere
altre strutture provinciali, una sua valorizzazione comporterebbe una
diminuzione della cosiddetta “mobilità passiva” e la riduzione del parco
ambulanze, con tutto vantaggio dei costi sostenuti dall’A.S.L.
Per quanto
concerne il secondo aspetto: il personale. La mancata assunzione di nuovo
personale: medici, infermieri, tecnici di laboratorio ed ausiliari sembra comportare un risparmio
per le casse della regione, che viene però vanificato dal fatto di essere
costretti ad utilizzare lo strumento delle prestazioni straordinarie esterne
(come noto molto onerose) per garantire un servizio minimo e che hanno come
rovescio della medaglia la non continuità del servizio e l’opportunità di
seguire al meglio i pazienti. A ciò si aggiunga che il blocco del turn-over ha
contribuito ad aggravare il problema. Contrariamente a quanto si pensa lo
sblocco delle assunzioni e del turn-over potrebbe avere più vantaggi che
svantaggi. Infatti, si avrebbe un netto calo della mobilità passiva e si
favorirebbe quella attiva, si ridurrebbe il ricorso alle strutture private
convenzionate e non sarebbe più necessario ricorrere alle prestazioni
straordinarie esterne.
Quanto
sopra rappresentato è un obiettivo alla portata di mano, lasciarselo sfuggire
sarebbe un altro schiaffo ad un territorio già fortemente depauperato negli
ultimi anni.
Con l’occasione si
porgono cordiali saluti.
Sora,
5 maggio 2014
Il Portavoce
MoVimento 5 Stelle
Sora
Fabrizio Pintori
Non c'è molto da aggiungere, è puro buonsenso. Manca solo un reparto di urologia ad alta specializzazione per i mielolesi in uno dei tre nosocomi. Oggi si deve andare solo a Roma.
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